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Heritage Heroes: raccontare, mostrare e valorizzare il nostro territorio

Scovare un significato nelle immagini, il filo sottile della percezione visiva alla base della formazione dei concetti. Tutto questo e molto altro nel progetto “Heritage Heroes, raccontare mostrare e valorizzare il nostro territorio”, iniziativa realizzata nell’ambito del piano nazionale cinema e immagini per la scuola promosso dai MiC e MiM; i protagonisti sono stati i bambini e le bambine dell’istituto Comprensivo “Melanzio-Parini” Montefalco – Castel Ritaldi.

Laboratori creativi tenutesi tra febbraio e marzo scorsi, per avvicinare i più piccoli al linguaggio e ai codici della comunicazione e della produzione visiva con particolare attenzione alla valorizzazione e al racconto del patrimonio culturale locale. Gli studenti si sono trasformati prima in lettori, poi in sceneggiatori e alla fine in attori in un processo creativo audiovisivo. Si è partiti da una sperimentazione visiva grazie a laboratori introduttivi sui processi di riflessione e rifrazione e alla lettura del libro “Guarda, guarda ancora un po’” di Angels Navarro, per ragionare sull’accettazione delle diversità.

Gli alunni poi hanno inventato storie con la luce grazie alla creazione di una lanterna con materiali di riciclo, per riflettere sui concetti di forma e contorni e sulle differenze tra disegno, segno e simbolo. “Dal disegno al segno” dunque con la visione di storie del cinema e della produzione dei fratelli Lumiere. I bambini delle terze hanno toccato con mano i valori di “appartenenza”, “cittadinanza” e “partecipazione” con il progetto “Abitare un luogo”, attraverso l’interazione con elementi naturali, culturali, architettonici, caratteristici della loro città, realizzando interviste narrative ai cittadini incentrate sul rapporto con i luoghi simbolo di Montefalco,  come l’acquedotto di Rasiglia, dai più chiamato “Il Fungo di Montefalco” o la porta di Sant’Agostino..

Gli alunni delle quarte hanno fatto un’escursione nel verde, con osservazione e raccolta naturalistica utile per creare dei piccoli erbari.

Gli studenti delle quinte hanno visitato il museo di San Francesco e l’azienda F.lli Nenci per conoscere i segreti della produzione vinicola e rinsaldare i legami con le tradizioni, le relazioni intergenerazionali attraverso la storia e le attività produttive del luogo. 

Tutti i registi in erba hanno dato così vita a numerosi elaborati finali, volti alla costruzione di un linguaggio comune e condiviso, che ha favorito un processo di avvicinamento verso i processi della comunicazione visiva e cinematografica, proponendo attività di sperimentazione diretta che si sono andate ad innestare su immaginari già piuttosto strutturati di bambine e bambini fortemente esposti alle dinamiche della comunicazione online e della narrativa per immagini. Tale percorso ha fornito strumenti di comprensione e lettura, il riconoscimento dei codici in uso e stimolato una competenza critica verso il linguaggio visuale contemporaneo.

Le sezioni dei 4 e 5 anni delle scuole dell’infanzia Quadrumani, Gnocchi e Parini e le classi di prima e seconda primaria dei plessi Buozzi, Gnocchi e Parini, si sono dedicate a laboratori curati da Raffaella Tarara della cooperativa Le Macchine Celibi, cimentandosi nella lettura dialogica e animata. Si è lavorato sul tema “Radici”, punto focale del XXIV Premio letterario Mario Tabarrini – Castel Ritaldi Paese delle Fiabe 2023. Il bambino concepito come albero, un seme gettato nel terreno e grazie all’acqua, al sole e alla terra crescerà fino a diventare un germoglio, una piantina e infine un albero con i suoi frutti. La famiglia, la scuola, la comunità sono l’acqua, la terra e il sole che aiuteranno ogni bambino a crescere con radici salde così da poter spiccare il volo. In un secondo momento ci sono stati i laboratori di animazione: cinema e teatro non solo come arti, ma come veicoli interdisciplinari di comunicazione, coordinati da Loretta Bonamente. Alla fine, la realizzazione di un flip book, un grande libro fatto da tante pagine che viste velocemente una dopo l’altra danno l’idea della dinamicità della scena. I bambini hanno interagito con la “camera oscura” e messo in scena delle storie attraverso la realizzazione di costumi, personaggi e la costruzione di una scenografia, producendo tre animazioni.

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